Nonostante la ripresa globale della ricchezza, il patrimonio medio italiano è in calo, con una polarizzazione sempre più evidente tra ricchi e poveri
Nel 2023, la ricchezza mondiale ha registrato una ripresa significativa, con un’espansione del 4,2% in dollari dopo il calo del 3% dell’anno precedente. Questa ripresa è stata trainata principalmente dall’Europa, dal Medio Oriente e dall’Africa, secondo l’ultimo report sulla ricchezza globale di UBS. Tuttavia, in Italia, il patrimonio medio per adulto ha subito una contrazione, evidenziando una perdita di quasi il 4% in valuta locale.
Nonostante ciò, il numero di individui con un patrimonio superiore al milione di dollari è cresciuto, raggiungendo circa 1,2 milioni di “paperoni” nel 2023. Questo dato è sorprendente se confrontato con altre aree globali: in Italia ci sono circa il doppio dei milionari rispetto a Hong Kong e quasi quattro volte più che a Singapore.
Tuttavia, l’aumento del numero di super-ricchi maschera una crescente disuguaglianza economica. Dal 2008 in poi, il patrimonio medio italiano è cresciuto del 10%, ma la ricchezza mediana per adulto ha registrato un calo del 3%. Questo divario suggerisce che la crescita patrimoniale ha beneficiato principalmente le fasce più ricche della popolazione, lasciando indietro quelle meno abbienti.
Inoltre, l’indice di Gini, che misura la disuguaglianza economica, è aumentato di quasi il 15% in Italia dal 2008, pur rimanendo al di sotto della media europea. Entro il 2028, UBS prevede un ulteriore aumento del 9% nel numero di adulti con un patrimonio superiore al milione di dollari, pari a circa 123.000 nuovi milionari.
Questa tendenza evidenzia una crescente polarizzazione della ricchezza in Italia, con una classe di super-ricchi in espansione e una diminuzione della ricchezza tra le fasce meno agiate della popolazione. Un fenomeno che, se non affrontato, potrebbe avere implicazioni profonde per la coesione sociale ed economica del Paese.
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