La buona notizia è che nella classifica dei migliori istituti di credito a livello europeo stilata da S&P Global Market Intelligence, per i loro risultati relativi all’efficienza di gestione, figurano cinque banche italiane, anche se non in vetta. Il report ha preso in esame le performance del secondo trimestre 2023 di 32 istituti di credito che operano nel Vecchio Continente, passando al setaccio i dati relativi al cosiddetto “cost income ratio” (il rapporto tra costi operativi e il margine di intermediazione, in pratica i ricavi). Risultato: primo posto per una banca turca, secondo per una norvegese e terzo per una svedese. Ci sono però anche altri fattori che incidono sul gradimento da parte degli utenti nei confronti delle banche, secondo quanto emerge da un’altra ricerca, questa volta redatta dalla rivista Forbes. Quali sono dunque i migliori istituti in Europa, e per quali prestazioni si distinguono in particolare? Vediamo nel dettaglio.
Al primo posto troviamo la turca Türkiye Cumhuriyeti Ziraat Bankasi, che si riconferma banca più efficiente d’Europa (o meglio, operante in Europa) con un cost income ratio quasi azzerato tra il primo e il secondo trimestre, grazie a un taglio del 94%. Al secondo, la norvegese Dnb Bank, che si assesta su un valore del 34,6%, seguita da un’altra banca scandinava, la svedese Swedbank, terza con un 36,1%.
Stando all’analisi S&P Global Market Intelligence, a mostrare segnali di difficoltà è Deutsche Bank, il maggiore istituto di credito della Germania in termini di attività, con un rapporto costi-ricavi del 75,62% (+ 4,57 punti percentuali rispetto al trimestre precedente) e un calo degli utili del 27% rispetto all’anno precedente. Più che quintuplicate, rispetto allo scorso anno, le cifre relative ai costi, che hanno raggiunto i 655 milioni di euro. Fra le voci di spesa troviamo in particolare quelle per controversie legali e costi di ristrutturazione legati alla riduzione dei posti di lavoro.
Si colloca al quarto posto della classifica, e prima fra le italiane, Unicredit: il suo cost income ratio è del 39%, in calo dello 0,3% rispetto ai primi tre mesi dell’anno, e del 10% rispetto a un anno fa. Altro istituto italiano presente nella classifica, alnono posto, è Intesa Sanpaolo con un cost income ratio del 42,19%, in riduzione del 6,6% rispetto allo scorso anno, ma in aumento nel secondo trimestre 2023 per i costi operativi (+1,3%). Tredicesima, Monte dei Paschi di Siena, con un cost income ratio del 46,2%, in calo del 6,6% rispetto al primo trimestre e del 25,9% rispetto allo scorso anno. Scorrendo la classifica, troviamo al quindicesimo posto Banco Bpm, con un cost income ratio del 47,8%. Ventunesimo posto per Bper, con 51,29%.
fonte: ilgiornale
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