Intesa si è impegnata in questo periodo nell’attività di riduzione dei rischi (derisking) in Russia. “Ora possiamo essere considerati una banca a esposizione zero verso la Russia, ma continueremo a lavorare per ridurre la limitata esposizione residua”, aveva dichiarato il Ceo Messina già alla fine dello scorso anno.
A fine giugno, la banca italiana, aveva notevolmente ridotto i prestiti a clienti russi, con una diminuzione del 77% rispetto all’anno precedente per i prestiti transfrontalieri (700 milioni di euro) e del 66% per i prestiti locali (100 milioni di euro). Nel terzo quadrimestre del 2022, l’esposizione con la Russia era stata ridotta del 65%, equivalente a 2,3 miliardi di euro, rappresentando lo 0,3% dei crediti totali della banca. Ad oggi, complessivamente la Russia rappresenta solo lo 0,2% degli impieghi a clientela. Dal 1° agosto scorso è stato anche chiuso l’ufficio di rappresentanza a Mosca che fa riferimento a Imi Cib international network.
Sul fronte cessione vi sono state tante speculazioni ma poche conferme. Si è parlato principalmente di un coinvolgimento di Gazprombank, terza più grande banca in Russia con un attivo di 7.530 miliardi di rubli.
A differenza di Unicredit, che sta negoziando la vendita dei suoi asset russi da alcuni mesi (fonte Bloomberg), Intesa, avendo dimensioni più piccole, non è inserita nell’elenco ufficiale delle banche sistemiche.
Adesso siamo in attesa di sviluppi…
fonte articolo: https://www.firstonline.info
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